Nel Bleggio la passeggiata comincia dove la strada si restringe e le case di pietra guardano il paesaggio: da Santa Croce, frazione del Comune di Comano, parte un itinerario che racconta più di un semplice sentiero. Camminare qui significa seguire un filo che unisce agricoltura, paesaggio e saperi locali; il percorso rinnovato attorno alla Noce del Bleggio è pensato per chi vuole conoscere il territorio a passo lento, senza bisogno di attrezzature particolari. A circa 600 metri di quota il tracciato è accessibile e adatto a famiglie, escursionisti meno esperti e a chi cerca una gita invernale lontana dai percorsi più battuti. Un dettaglio che molti sottovalutano: il percorso non è solo natura, ma linguaggio materiale del territorio, tra muretti a secco e prati terrazzati che raccontano pratiche agricole secolari. Il sentiero è stato riqualificato con il coinvolgimento di istituzioni locali e realtà culturali: Apt Garda Dolomiti, il Comune di Bleggio Superiore, l’Ecomuseo della Judicaria e la Confraternita della Noce del Bleggio hanno curato la segnaletica e i contenuti didattici. Sette pannelli illustrati, realizzati da uno studio locale, accompagnano la camminata e spiegano aspetti botanici, usi culinari e lavorazioni del legno. Le informazioni sono pensate per restituire contesto: non si tratta di semplici didascalie, ma di tappe che collegano elementi concreti come varietà, ricette e tecniche di coltivazione. Per questo il percorso funziona sia come escursione ricreativa sia come piccolo museo all’aperto, utile anche per gruppi scolastici o visite guidate. A livello pratico, il Sentiero della Noce si inserisce in una rete più ampia di cammini del Garda Trentino, dove clima mite e diversità di paesaggio consentono escursioni in ogni stagione. Chi vive in città lo nota ogni giorno: l’offerta territoriale punta a valorizzare prodotti locali e tradizioni, non a sostituirle. Questo primo segmento mostra la volontà di fare del paesaggio un elemento di conoscenza, non solo di svago.
Storia e cultura della noce: tra botanica e tradizione
La Noce del Bleggio non è un prodotto recente: la sua presenza sul territorio è documentata fin dall’epoca romana, e la varietà si distingue per le dimensioni contenute e il sapore dolce e aromatico. Lungo il sentiero, i pannelli dedicati offrono spiegazioni concrete su come riconoscere la pianta nelle diverse stagioni, sui caratteri botanici distintivi e sulle tecniche tradizionali di raccolta e conservazione. Ci sono anche approfondimenti sul legno di noce, sul suo uso nelle costruzioni locali e nelle attrezzature agricole, e sulle ricette che hanno mantenuto la noce al centro della dieta della comunità.
La narrazione che emerge non è solo tecnica: è legata a pratiche sociali e identitarie. Le comunità del Bleggio hanno sviluppato metodi di coltivazione che si adattano ai terrazzamenti e ai pendii; i muretti a secco e le stradine secondarie sono parte integrante del sistema produttivo. Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno è il modo in cui il paesaggio appare più leggibile: piante e strutture diventano mappe di attività agricole passate e presenti.

I pannelli illustrati, realizzati con approccio locale, raccontano anche l’uso gastronomico della noce: ricette tipiche, liquori artigianali e preparazioni che si tramandano nelle famiglie. Si spiega, per esempio, come la frutta secca entri in dolci tradizionali e in conserve. Questo approccio rende il sentiero uno strumento didattico concreto: non solo informazioni storiche, ma indicazioni pratiche per riconoscere una pianta o per valorizzare un prodotto locale nel corso dell’anno.
Nel complesso, il tratto dimostra che agricoltura e paesaggio sono parti di uno stesso discorso. La conservazione di una varietà come la Noce del Bleggio passa dalla cura dei percorsi e dalla capacità delle comunità di mantenere vive pratiche antiche, elementi che alla fine restituiscono senso e valore al territorio.
Percorsi complementari e panorami: olivo, montagne e sentieri d’alta quota
Il Sentiero della Noce non è isolato: nella stessa area del Garda Trentino si trovano altri itinerari tematici che raccontano produzioni locali e geografie diverse. A poche decine di chilometri, il Sentiero dell’Olivo ad Arco propone un anello a bassa quota, attorno ai 90 metri, con filari millenari e 14 installazioni dedicate alla storia dell’olio e alla geologia. Qui si spiega anche l’uso della mòlcha, la pasta oleosa impiegata in pani tradizionali, e si mette in evidenza il rapporto tra coltura e territorio in contesti più caldi e mediterranei.
Per chi cerca paesaggi d’altura, i percorsi verso il Monte Stivo (2059 metri) offrono un’altra dimensione del Garda Trentino: salite che portano a boschi di faggio e larice, crinali e resti della Grande Guerra. Il rifugio Stivo – Prospero Marchetti è punto di riferimento per escursioni impegnative; i tracciati da Sant’Antonio o da Malga Campo presentano vari livelli di difficoltà e sezioni di interesse storico. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è la vicinanza tra panorami lacustri e vette alpine, un rapporto che rende la zona adatta a escursioni scalabili per diversi livelli di esperienza.
Le temperature miti e la varietà di paesaggio consentono di pensare l’outdoor in modo lento e contemplativo: percorsi corti come il Sentiero della Noce possono essere combinati con tappe enogastronomiche per costruire uscite giornaliere mirate. Alla fine, camminare questi sentieri significa osservare come natura, cultura e agricoltura si intreccino da secoli. Un dettaglio pratico: molti residenti e operatori locali vedono in questi percorsi uno strumento per trasmettere competenze tradizionali alle nuove generazioni, mantenendo vivi usi e saperi che altrimenti rischierebbero di scomparire.
Il rinnovato Sentiero della Noce non è dunque solo un itinerario: è una rete di relazioni tra comunità e paesaggio, un invito a guardare la montagna e il lago con occhi che conoscono la storia dei luoghi. Camminarlo vuol dire portare con sé un pezzo di quella memoria collettiva che continua a modellare il Bleggio.
